Il Centro Studi Kennedy è nato nel 1966, preceduto da incontri casuali e sporadici di giovani oratoriani.
Il centro “Kennedy” è nato nel 1966, preceduto da incontri casuali e sporadici di giovani oratoriani.
Tali incontri erano determinati dai cambiamenti degli Anni 60, che hanno visto l’evolversi della situazione dopo i tempi della guerra fredda, grazie alla buona volontà di alcuni personaggi di straordinaria grandezza che hanno operato su piani e ruoli differenti. Non possiamo dimenticare fra questi J.F. Kennedy, Nikita Krusciov e Papa Giovanni XXIII.
Si viveva una stagione politica e sociale in cui era netta la sensazione che qualche cosa era cambiato e stava per iniziare un importante nuovo periodo della storia dell’umanità.
Ma come interpretare questo nuovo evento in Italia e nel proprio paese?
Bisognava avere una sede in cui tenere riunioni periodiche per confrontarsi con le diverse opinioni, imparare a leggere e a interpretare i fatti, consultare i giornali…
Il progetto prese corpo grazie a un giovane, indimenticabile leader di quei tempi, Eugenio Cucchi, che con il suo entusiasmo e la sua voglia di innovare diede vita al Centro di cui, fino alla sua prematura morte, fu animatore convinto e tenace.
E’ così che nacque nel 1966 il Centro Kennedy.
Qualche tempo dopo la fondazione, si sentì il bisogno di dare ampia diffusione alle opinioni e ai fatti locali e fu così che nel 1981 nacquero “I Quaderni del Ticino”.
Fino al 2018, il centro è stato intitolato a John Fitzgerald Kennedy; nel 50° anniversario del suo assassinio, è stato deciso di aggiungere il nome del fratello Robert Francis.
La trasformazione di qualche anno fa non si è limitata soltanto al cambiamento del nome e nemmeno alla pure importante trasformazione in Associazione di promozione sociale, in ottemperanza alla riforma del Terzo Settore.
Riportiamo delle domande a cui ha risposto Don Giuseppe Locatelli il 16 Dicembre 2006 in occasione del quarantesimo del Centro Studi e che sono ancora di attualità.
E’ necessario fare politica oggi?
Nonostante il caos politico che regna oggi a livello nazionale e internazionale, dobbiamo rispondere “Sì” e un sì ben convinto. Perché la “Politica” è l’Arte di amministrare la vita di ogni singolo uomo, ma ancor più la vita delle Comunità o Collettività, considerando tali, la Città, la Regione, lo Stato, l’Europa, i Continenti, il Mondo.
La Politica, in parole povere, deve preoccuparsi di dare a tutti gli uomini un posto e una vita dignitosa, salvaguardando insieme i diritti fondamentali di ogni persona e di tutte le persone. (A. Comastri)
Ma che cos’è la Politica?
Mi rifaccio a una celebre e coraggiosa affermazione di Giorgio La Pira: “La Politica è l’attività religiosa più alta dopo quella dell’unione con Dio, perché la Politica è la guida dei popoli e una responsabilità immensa; è severissimo e durissimo servizio che una persona si assume”.
Dobbiamo dunque recuperare questa sensibilità politica; dobbiamo uscire dalle paludi vischiose degli interessi, personali e di gruppo; dobbiamo riportare dentro la politica una carica ideale che essa ha smarrito.
Quale Politica?
Innanzitutto quella che rispetta la vita dal momento del concepimento fino alla morte, con tutte le fasi intermedie tra questi due estremi, secondo le stagioni dell’età.
Ma anche una politica che difenda la libertà dell’uomo, la tutela della famiglia, la promozione di una Polis umana e fraterna.
Mi è piaciuto sapere che il vostro centro non vuole essere solo un pensatoio al servizio di un partito, ma luogo di incontro tra persone serie, desiderose di leggere “i segni dei tempi” e di ricercare soluzioni a problematiche esistenziali per il bene della città e del mondo politico in generale.
Sostenete questo luogo di confronto e di riflessione. Invitate tutti a partecipare, soprattutto i giovani che sono il futuro della nostra società.
Siate forti e resistete alla tentazione di “sfruttare” le persone per asservirle a voi stessi o a qualche partito di preferenza. Certo, è necessario che poi dalla logica della grammatica si passi alla pratica, alla programmazione e alla esecuzione ma pur nel mutare dei tempi e delle circostanze, se vi impegnerete a partire dalle sane tradizioni del vostro paese, confrontandole con le esigenze attuali, farete un’opera grande e meritoria e assicurerete un futuro prospero e realizzante alle future generazioni.
Auguri per il vostro Centro e per i Quaderni del Ticino. Siate una luce nella vostra città, una luce che aiuti a rischiarare la strada della nostra società.