Nel 1945 iniziarono i processi ai magentini accusati di aver commesso delitti contro la fedeltà e la difesa militare dello Stato, con qualsiasi modalità di collaborazione col tedesco invasore. La competenza per questi processi fu assegnata a uno speciale collegio giudicante e cioè la Corte d’assise straordinaria di Milano, istituita il 22 aprile di quell’anno e composta da un magistrato con funzione di Presidente e da quattro giudici popolari nominati dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Milano, in rappresentanza delle forze politiche e delle organizzazioni partigiane.

I processi riguardanti delitti commessi a Magenta furono otto con tredici imputati, chiamati a rispondere dei seguenti episodi: due omicidi in occasione della fiera di S. Biagio il 3 febbraio 1944; la deportazione in Germania di cinque operai della Saffa, arrestati a seguito di uno sciopero nel marzo di quell’anno; percosse a mano armata, deportazioni, rastrellamenti di patrioti e renitenti alla leva dopo un assalto alla Cooperativa di Pontevecchio di Magenta; l’omicidio del partigiano Giovanni Cozzi in Piemonte, dopo averlo prelevato da Magenta; requisizioni illegali, approfittando della situazione politica ed economica; sabotaggio contro la lotta di liberazione.

Sono episodi recuperati, con estrema precisione, mediante l’impiego di una vasta documentazione – oltre 1.200 pagine – prodotta in quei momenti da diverse autorità pubbliche (Carabinieri, Sindaci, CLN, Procura della Repubblica, Tribunale militare, Prefettura, Questura, Corte di Cassazione) o a seguito di interrogatori di pubblici ufficiali e cittadini comuni, tanto che le persone coinvolte negli otto processi, ed elencate in fondo al libro, sono quasi trecento; carte d’archivio rimaste inedite fino ad ora e rese accessibili agli studiosi solo da qualche anno.

La ricostruzione operata con queste carte rende più nitida la memoria collettiva, ma anche aggiunge parecchie circostanze talvolta determinanti, che solo un accertamento giudiziario può mettere a disposizione (confronti tra imputati, acquisizione di materiale, testimonianze orali e scritte, perizie e così via), consentendo a noi di avere un quadro complessivo che risulta più puntuale di quanto fosse allora consentito al comune cittadino, semplice spettatore delle vicende di quei momenti, vicende che ebbero origini e dinamiche rimaste sconosciute fino ad oggi.